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Quattro chiacchere sul significato e sul valore del cibo 

 

Niccolò- Stavo ripensando a quando siamo andati alla casa di riposo “Molina” ad intervistare gli anziani su quello che mangiavano quando erano piccoli, era alla fine del mese di Novembre se non sbaglio…

 

Chiara - …e allora?!

 

Niccolò – Beh! Mi hanno stupito alcune cose.  Per esempio ti ricordi cosa ci hanno detto dei cibi preferiti? Hanno nominato degli alimenti che solo a raccontarli fanno “rabbrividire”: le creste del gallo, il fegato e le frattaglie, le polpette di cavallo, senza parlare della trippa! Qualcuno di noi non sapeva nemmeno cosa fosse… E poi  pensavo alla signora Lidia che ha detto più volte:- “io mangiavo di tutto”! … credo  che forse era molto golosa oppure ai suoi tempi c’era così poco da mangiare che non faceva distinzione tra il mi piace o il non mi piace:  mangiava tutto perché aveva fame davvero!

 

Matteo  - Certo che le abitudini alimentari sono davvero cambiate!

 

Niccolò - Già! A colazione ci si accontentava di una tazza di un surrogato del caffè, a base di orzo o cicoria,  e un po’ di latte, accompagnati dal pane raffermo da inzuppare oppure una fetta di polenta avanzata il giorno prima,  e poi si andava a lavorare nei campi fin dalle cinque del mattino. Poi verso le otto si faceva una piccola merenda con pane, burro e zucchero, oppure con pane e salame.

 

 

Teresa - Al mattino e a merenda noi abbiamo l’imbarazzo della scelta:  caffèlatte e biscotti, spremute e brioches, cereali e yogurt. La cosa strana è che nonostante questa abbondanza molti ragazzi della nostra età non fanno colazione: quando ne abbiamo parlato in classe molti hanno detto che quando si svegliano non hanno voglia di mangiare oppure sono in ritardo e non hanno tempo, e quindi non mangiano niente. E sappiamo che per chi deve studiare non è una sana abitudine!

 

Francesco.- E’ proprio vero che “chi ha il pane non ha i denti e chi ha denti non ha il pane!”

 

Chiara - Fosse solo la colazione che è cambiata! A me ha colpito quando quelle  gentili signore, originarie di diverse regioni d’Italia, hanno raccontato cosa si mangiava tutti i giorni a pranzo e nei loro racconti c’era un piatto cucinato quasi tutti i giorni che le accomunava: era la pasta con i fagioli! Certo che io sarei morta di fame: non mi piace proprio la pasta coi fagioli, così come non piace a moltissimi dei nostri compagni … alcuni di noi non sapevano nemmeno cosa fossero i legumi! Però mi viene in mente  quello che hanno detto più volte le nostre amiche ospiti della casa di riposo: “non si buttava via niente!”…  Vuol dire che se avessi avanzato la pasta e fagioli o la zuppa di verdure me la sarei ritrovata  a cena, e poi ancora il giorno dopo a pranzo, e  ancora alla cena successiva per giorni e giorni… un vero incubo!

 

 

Alessandro – In effetti noi oggi preferiamo altre cose: la pizza, i panini del Mac, le lasagne… E pensare che ai loro tempi certi cibi che noi mangiamo tutti i giorni erano il piatto della festa! Quando la signora Tina raccontava della pasta al ragù che preparava sua nonna le brillavano gli occhi! E che dire di quelle speciali focacce che la mamma della signora Tarcisia preparava nel forno della sua città: le portava sulla testa tornando a casa e ne andava fiera perché erano le più belle di tutte! E a Natale quasi tutti mangiavano felici il tacchino arrosto che veniva ucciso per l’occasione scegliendo il più grasso del pollaio!

 

 

Samuel -  Sai una cosa a proposito dei dolci di Natale? Ricevere cioccolato, torroncini o biscotti come dono natalizio faceva felici tutti i bambini… Pensa se ti regalassero a Natale un panettone al posto del cellulare: sarebbe da ridere… per non piangere!  Pensa che la signora Lucia ci ha detto che l’albero di Natale ai suoi tempi veniva fatto appendendo ad un ramo di abete dolcetti e biscotti, incartati nelle carta argentata, solo che quando arrivava Natale, l’albero era già spoglio perché lei  si era già mangiata tutte le dolci decorazioni!

 

 

Niccolò.- Sai che però la visita agli anziani della casa di riposo è stata davvero una esperienza  bella ed interessante, perché ascoltare le storie di cibo dei nonni mi ha fatto riflettere su come spesso noi non apprezziamo fino in fondo il cibo che abbiamo o addirittura lo sprechiamo.

 

Chiara- Hai ragione, grazie alle loro storie siamo riusciti a confrontarci e abbiamo capito che oggi siamo davvero fortunati ad avere cibo in quantità  e che certe volte siamo anche egoisti perché lo possediamo, ma lo sprechiamo. Se ci fossimo trovati nelle situazioni che hanno vissuto le signore Tina, Assunta, Tarcisia, Lidia, Lina, Renata, Teresa e Iolanda, forse avremmo imparato come loro a non sprecarne nemmeno una briciola!

 

Niccolò. – Dall’espressione serena dei loro volti però ho capito anche un’altra cosa..

 

Matteo- Che cosa?!

 

Niccolò – Che pur non avendo tanto, i nonni da ragazzi riuscivano a godere di quel poco che avevano, e oggi ricordano il cibo della loro giovinezza con un pizzico di nostalgia! Abbiamo ancora tante cose da imparare da loro: torneremo a trovarli più spesso!

 

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